Il papà - sosteniAMOci

Il papà - sosteniAMOci

Come ogni 19 marzo che si rispetti, nelle case degli italiani, indipendentemente dal giorno della settimana, ci si ritrova a festeggiare la Festa del papà con tutti i familiari, con una tavola imbandita, pietanze che superano il numero stesso degli invitati, mille sorrisi, regali inaspettati e baci sulla guancia all'uomo di casa, al quale viene ricordata l'importanza (e l'imponenza) che ha in famiglia.

Una delle usanze che ho sempre amato in questa giornata, mi è stata insegnata a scuola, luogo in cui veniva preparata sempre qualcosa per il mio baffuto papà e che abitualmente riponevo sotto il piatto piano, a sua "finta" insaputa. Ricordo l'emozione e l'imbarazzo
(miste a rabbia e disappunto quando mi guardavano tutti) quando mio padre, con le capacità attoriali di una serie tv indiana, si meravigliava del regalo e del messaggio segreto che spuntava con i quattro angoli di carta dal piatto tondo del servizio che mia madre aveva vinto con i punti del supermercato; ricordo anche la gioia successiva però, in cui non facevo altro che attendere l'abbraccio che meritavo, mentre lui mi stringeva le guance con una mano e con i baffi solleticava in maniera potente la mia guancia, rendendomi inerme ad un gesto che sembrava più una punizione... ma che col tempo ho amato profondamente.

Una storia, quella di questa giornata ormai entrata a far parte della nostra quotidianità, che trova radici nella cultura cristiana e nel padre putativo del profeta Gesù Cristo, Giuseppe.
Ma quanto è cambiata la visione del padre; negli ultimi 70 anni e mi spingerei fino all'inizio del secolo scorso, anzi arriviamo fino all'antica Roma con il pater familias, la figura paterna era vista non solo come componente genitoriale (e solo a volte amichevole) per la crescita patrimoniale e umana delle persone facenti parte della famiglia; era una sorta di guida, compagno e addirittura capo o padrone - uno di quegli insegnanti che non ti scegli e che devi sopportare, insomma.
La cultura ha modificato però il suo assetto, più o meno intorno agli anni 70 del secolo scorso, in cui finalmente le donne ebbero la libertà (seppur non totale) di far sentire la propria voce, inserendosi in un discorso che precedentemente era solo baffi e testosterone. Così, la figura dell'uomo quale padrone, principe, re della casa, comandante, viene finalmente scardinata, lasciando fuori un maschilismo intrinseco e rendendo questa figura, più umana (anche se non sempre).

Le pubblicità, la radio, poi la televisione, fino ai social nel nuovo millennio, ci hanno inculcato così, soprattutto a chi come me fa parte della cultura anni 90, un'idea di padre non più padrone, ma amico; certo, siamo felici di festeggiarlo, ma le incongruenze e le idee legate profondamente al passato, sono ancora ben visibili... e in alcune retrograde immagini che vediamo in televisione, il posto a capotavola e il piatto pronto sul tavolo in segno di rispetto, purtroppo, non sempre mancano.

Ma a me piace immaginare la figura del papà come un punto di riferimento, uno di quelli che non si spaventa di rispondere alle domande anche più scomode e che lascia la libertà ai propri figli di essere ciò che loro sentono, senza dover necessariamente pensare al parere che potrebbero avere gli altri o all'eventuale scandalo che potrebbero creare.

Come dicevo, ho sempre amato vedere mio padre fare il finto sorspreso e non so se voi siate stati o siate ancora fortunati come lo sono io, ma mio padre ha un costante pensiero di affetto e di preoccupazione nei miei confronti, che adesso che ho superato i 30 anni, mi lusinga molto e mi fa sentire tanto amato.

Questo pezzo però, non è per ricordare agli altri quanto io sia fortunato, ma è per tutte quelle persone che questa festa non l'hanno potuta festeggiare per troppo tempo, per chi non ha mai potuto festeggiarla, per chi vorrebbe ma non può, per chi vorrebbe ma non potrà mai più, per chi vorrebbe e non riesce, per chi lo desidererebbe e non ne ha la possibilità, per tutte quelle persone che hanno voglia di crescere come individuo ed essere riconosciute quale guida, punto di riferimento.

Ma se la parola padre deriva da "pater", è solo per un'indicazione di nutrizione, comandamento e che si è poi esplicata nei più svariati modi nei secoli successivi, fino ad indicare la figura spirituale religiosa, o ancora gli uomini di potere culturale o politico come "vate" e così via, ma tutto è ricollegabile ad un bisogno di riconoscimento di potere su altre figure facenti parte di una determinata categoria e che si occupano del guadagno materiale o intimo per alcuni soggetti. Ma per quanto mi riguarda, questa visione così antica, si distacca dalla visione reale che dovrebbe avere questo essere umano, che non dovrebbe rendere quest'ultimo importante o fondamentale per la sola ragione di essersi riprodotto e di aver messo al mondo qualcuno, ma dovrebbe piuttosto essere inserita in un significato più ampio, legato all'educazione, alla crescita, alla compagnia, alla presenza, finanche al ricordo, alla gioia e al profondo amore.

Permettetemi di dire che padre può anche... anzi dovrebbe essere anche, in specifici casi, chi non è legato biologicamente ad un individuo, ma chi nell'orto di quest'ultimo, ha scelto di piantare semi quotidianamente, prendendosene cura, levando le erbacce e favorendo la crescita del più bell'albero del giardino; un padre è un individuo che vive di attenzione, di meticolosa vicinanza, di voglia di esserci e di gioire insieme delle vittorie di ogni giorno.
Perciò distacchiamoci dal pensiero di un albero genealogico fisso al muro e ricordiamoci che siamo noi che scegliamo di essere padri, guide, punti di riferimento per chi amiamo... basta volerlo, senza giustificazione alcuna e indipendentemente dal sesso, dalla riproduzione o dal legame sanguigno. Basta pensare al padre come unico sostentamento familiare, come figura unica a cui portare rispetto, ma viviamolo come individuo a braccetto, pronto a sostenerci nelle cadute ma che non ha paura di cadere e di chiedere aiuto per rialzarsi.

Impariamo anche noi a semplificare il significato di questa persona.

Buona festa del papà a te che sai accompagnare la vita di qualcuno.

 

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