COME ON WOLVES!

COME ON WOLVES!

COME ON WOLVES!

Cosenza, croce e delizia della vita di molti, è una citta straordinariamente legata alle proprie tradizioni, ma mostra quotidianamente, uno slancio verso il futuro non dimenticando il passato.

I suoi circa 65.000 abitanti, circondati dai numerosi paesi della provincia, enorme se vogliamo sottolinearlo, vivono con diverse sfaccettature la cultura passata e presente, che serpeggia dalla vecchia stazione al Teatro di tradizione Alfonso Rendano, dai tredici canali al castello Svevo, dal ponte San Francesco (Calatrava) a piazza Bilotti, dalla passeggiata artistica di corso Mazzini fino alla città vecchia.

 

Ma Cosenza, non è solo passato, oggi è una città viva, piena di persone che vivono il presente con entusiasmo. Lo dimostrano le piazze gremite la sera, i bar stracolmi fino a tarda notte, come anche i quartieri dove tutti si conoscono, in cui anche il vicino di casa fa parte della famiglia.

 

E sapete cosa mette ancor di più d’accordo tutti?

Non si tratta della zona pedonale in centro, dei cerchi luminosi nel periodo natalizio, né tantomeno della festa del Cioccolato o il concertone di fine anno: il Cosenza Calcio.

 

Mentre c’è chi vorrebbe disinteressarsene, dall’altro lato è impossibile non respirare l’aria calcistica che investe la città ogni giorno. Non esiste nessuno che non abbia anche solo una volta chiesto “ma che ha fatto il Cosenza?”. L’ho fatto addirittura io, che di calcio ne capisco ben poco!

 

E allora perché parlare di questa realtà? Semplice! Perché da profano, me ne sono innamorato.

Di cosa? Di quell’instancabile amore che vedo negli occhi di ogni tifoso.

 

Mio padre, fin da bambino, ha sempre cercato di farmi appassionare a questo abbinamento rosso-blu, ma mi sono sempre fermato a guardare il verde del campo, anziché vedere tutto quello che realmente c’era oltre gli spalti.

 

Ho chiesto a chi questo Cosenza lo conosce come le proprie tasche e credetemi, alla domanda “cos’è il Cosenza per te?”, la risposta l’ho trovata nello sguardo colmo di gioia. Ho anche sentito termini come amicizia, amore, adrenalina e c’è chi mi ha risposto che il Cosenza “lo senti dalle pietre delle strade ed è qualcosa che fin da bambino porti con te, senza stancarti mai”.

 

Non ho mai provato questa sensazione, ma non nego che la curiosità cresce quotidianamente;

ho avuto modo di sentire storie di campioni, leggende, da Bergamini a Marulla, a giocatori che per qualche stagione sono passati dai nostri spogliatoi e hanno camminato nelle nostre strade; e più ci penso, più mi sento coinvolto.

 

Ma come dicevo, Cosenza è croce e delizia, anche nel calcio; infatti, alla gioia, si sono alternati momenti di tristezza e di sconforto, ma la cosa bella è proprio l’immancabile presenza del cosentino, che ama, indipendentemente dal risultato, questa maglia, questa realtà, questa famiglia.

 

Lasciatemelo dire, lo stadio Gigi Marulla non lo vedo poi così lontano e non pensate che un “non tifoso prima”, non possa davvero credere nella grandezza di questa realtà, perché nel silenzio, ci si può innamorare, giorno dopo giorno.

 

E del resto, “sembra impossiBile”, ma chi dice che non possa accadere?

 

SEMPRE… Come on wolves!!!

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