CHI HA UCCISO GIANNI VERSACE?

CHI HA UCCISO GIANNI VERSACE?

Il 2 dicembre festeggeremo i 75 anni di una icona, calabrese di nascita, internazionalmente conosciuta e amata da tutti: Gianni Versace.

 

La morte prematura di questo straordinario artista, porta con sé molteplici domande, dubbi e paure, per cui ancora non conosciamo risposta o soluzione. Ma ciò che mi è stato insegnato da quando ero piccolo, è che spesso il ricordo può essere il senso di ogni cosa e possa essere più forte di una tangibile presenza.

 

Non conoscevo Gianni e forse ero troppo piccolo per ricordare quel 15 luglio 1997, quando perse la vita sulle scale della sua villa di Miami, ma ad oggi non penso che esista qualcuno che non conosca questo mito della moda. 

 

Sono tanti i nomi che quotidianamente fanno capolino nel mondo del design e dell’alta moda, ma se si parla di Versace, l’unicità, il contrasto e le stampe, “acchiappano”, nel vero senso della parola, la nostra attenzione e la nostra curiosità. Gianni è stato un uomo amato, in una società ed in un mondo che non dava spazio al suo “io” più intimo, ma che mostrava una parte di sé attraverso i capi, i tessuti e i personaggi del mondo della moda che lo hanno sempre amato, venerato.

 

Il “made in Italy” era la sua firma, fautore e baluardo della necessità di rendere lo stile italiano unico nel suo genere; nasce “sarto”, da lui definito “il vero artista”, perché è quella la sua formazione, in quella sua casa di Reggio Calabria.

Da quella terra così nera, difficile, ne prende la sensualità e la bellezza, portando nelle sue creazioni la terra, la Magna Grecia e la cultura pop/rock che riprende dalla sua vita a Milano, capitale della moda.

 

Chi non riesce a vedere arte, architettura definita nelle opere di questo uomo, ha sicuramente un problema alla vista da non sottovalutare o semplicemente una mancanza di vitamina G: la vitamina del gusto. Quello stesso gusto che il nostro artista ha ereditato dalla mamma Franca e che con la nascita della Maison, insieme al fratello Santo, ha sempre cercato di non lasciare indietro.

 

Ma come dargli torto? I capi di Gianni sono passati dalle mani di artisti di calibro nazionale, internazionale e non mi meraviglierei se ci fosse qualche pezzo nascosto anche nell’area 51, rendendolo universale.

 

Il mito Gianni Versace, tra barocco, cultura greca ed etrusca si chiude con quel ricordo di cui vi ho già detto rimane vivido nelle nostre menti, ma con un’amarezza che oscura il cuore.

Quella mattina di luglio, Cunanan, pluriomicida, spara due colpi in testa a Gianni, per poi scappare con un furgone rubato. Lo stesso, verrà trovato morto, suicidatosi con la stessa pistola utilizzata per vari omicidi. Nessun legame accertato, però, tra i due.

 

Si sa, con l’avvento di CSI Miami, siamo tutti degli investigatori e siamo subito pronti a dire “secondo me c’era altro dietro”, ma per come è andata, lasciatemi dire che penso che ciò che sia importante rilevare, sia la perdita di un’icona così grande, che difficilmente riusciremo a sostituire.

 

E allora, quei colpi in testa, sono colpi che tutto il mondo ha subito, pianto e per cui ci si è arrabbiati, ma che ci fanno ricordare quanto un uomo, pieno di passione, caparbietà, insicurezze e voglia di cambiare, possano rimanere nel cuore di un’intera umanità.

 

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