Che cosa ci aspetta nel prossimo futuro?

Che cosa ci aspetta nel prossimo futuro?

Che cosa ci aspetta nel prossimo futuro?

Non sono passati nemmeno 60 giorni dalla fine del 2020, dopo un gennaio dal sapore infinito ed un febbraio veloce, che il Coronavirus sembra essere già lontano da tutti i nostri pensieri.
Non prendiamoci in giro, lo sappiamo tutti che non la stiamo vivendo con l’ansia e la preoccupazione giuste per il momento storico in cui ci troviamo e che rispetto a quasi 365 giorni fa, siamo mediamente più tranquilli.
Ascoltiamo le notizie al telegiornale senza quel pugno allo stomaco, ci interessiamo di politica senza capirne un fico secco, ma soprattutto ci spingiamo sulle rive della medicina con semplicità, investendoci di una laurea che non prenderemo mai, ma che reputiamo spacciare per vera attraverso i social.
Eppure, fuori, per strada, anche il più attento, dimentica almeno una volta la mascherina, la abbassa per qualche secondo, magari per starnutire, si fida dei suoi familiari o fa come la Merkel, che la dimentica in un incontro istituzionale.
Ma non vi preoccupate, tutto nella norma.
Infatti, mentre il Sole24ore ci mostra i dati del vaccino, sottolineando che a questa velocità, il 70% della popolazione italiana sarà vaccinata entro settembre 2024, noi viviamo di speranze.
Da un retaggio culturale, aspettiamo che qualcuno ci venga a salvare, magari per riportarci coi piedi per terra, ma non possiamo sperare che la manna dal cielo scenda a salvarci.
E perciò, cosa succederà nei prossimi mesi?
Di certo io non posso saperlo, né tantomeno posso iniziare a fare l’indovino, ma mi piace immaginarci sui balconi di casa a prendere il sole con una bacinella d’acqua fresca e ghiaccio per i nostri piedi, mentre le aziende produttrici di aria condizionata guadagnano sul nostro sudore ed il buco dell’ozono si allarga fino a ucciderci tutti.
Ma se vogliamo essere positivi, naturalmente non da punto di vista Covid, bisogna fare riferimento ad un grande sforzo che noi cittadini italiani, dobbiamo metterci.
Mi spiego, mentre io attendo settembre 2024 per il vaccino, non avendo prelazione alcuna, è importante che quelle regole che ormai conosciamo a memoria e che vengono rievocate nella nostra mente con la musichetta della pubblicità del lockdown, vengano seguite in maniera simil-impeccabile.
Lo sappiamo tutti che lavarsi le mani non è lo sport preferito dal cittadino medio e che secondo alcuni studi, nelle noccioline di un aperitivo al bar, c’è un alto tasso di “sporcizia” (per non scendere nel dettaglio), ma reputo sia semplice l’attivazione neurale rispetto a questa attività insegnatavi alle scuole materne.
Per non parlare della mascherina, accessorio ormai considerato alla “moda”, ma che diviene poco funzionale perché fastidioso. Devo ancora chiedere a me stesso se è meglio la scomodità della mascherina o la scomodità di non respirare in maniera adeguata.
Ma andiamo avanti anche con la distanza di “sicurezza”. È vero, nella guida non riuscite a mantenerla e il rischio tamponamento è ancora prima del “dietro l’angolo”, ma mentre sulla via di Damasco, il nostro amato San Paolo ha trovato la fede, sulla via del centro città, a quella distanza, trovereste il Covid. Non è difficile, se pensate che la distanza sia troppa, convincetevi che non è
mai abbastanza.
Ecco cosa ci aspetta in questi mesi, puntate infinite di Barbara D’Urso che sottolineerà quanto abbia fatto per il nostro paese in termini di difesa contro il Covid, politici che litigheranno cercando di capire se la salute delle persone sia direttamente o inversamente proporzionale all’economia del paese ed una confusione tale che ci porterà seriamente ad utilizzare le mascherine anche sotto la doccia.
Insomma, siete pronti a continuare a non capirci granché?
Io, caro lettore, dal canto mio, posso chiederti umilmente di fare attenzione.
In quest’ultima, c’è la tua salute, la salute della nostra famiglia, il nostro lavoro, le nostre passeggiate, i nostri viaggi, i nostri diritti, la nostra vita.
Forse abbiamo scordato com’era prima e ci stiamo abituando, ma se hai la barba troppo lunga al momento o le unghie che stanno per tagliare tutti i calzini, è arrivato il momento di prendersi le proprie responsabilità e seguire le regole.
Un ultimo monito giunge infine… Il Covid uccide. Non dimenticarlo.

Autore: Luigi Sprovieri

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